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Uisp Sassari: centri estivi pronti, servono le regole

Loredana Barra, vicepresidente del comitato Uisp, descrive a La Nuova Sardegna le difficoltà della ripartenza e le necessità di bambini e adolescenti

 

I centri estivi e in generale tutte le strutture che si occupano dell'accoglienza dei più piccoli sono l'ultima ruota del carro amministrativo che arranca in questo inizio di fase 2 dell'emergenza sanitaria. Eppure, con il rientro al lavoro di tante persone e con le scuole chiuse, le alternative per i bambini sono limitate alla gestione parentale, quando possibile, o all'affidamento alle baby-sitter. Per loro si parla di voucher e altre soluzioni sin dai primi passi dell'emergenza, chi organizza attività extrascolastiche è ancora in attesa di novità e indicazioni precise.

“Per il momento mancano le linee guida - spiega Loredana Barra, vicepresidente Uisp Sassari, a La Nuova Sardegna - a livello intuitivo posso dire che si inizierà dagli sport individuali, come il tennis, ma sulle attività ludiche o ricreative siamo stati colpiti dall'emergenza come tutti, solo che gli adolescenti sono stati dimenticati più di altre categorie. Ma d'altra parte quando la coperta è corta…”.

Al momento sono in campo solo alcune ipotesi: “I centri estivi sono possibili solo se verrà garantito il distanziamento - prosegue Barra - che sarà possibile solo all'aperto. Il ritorno alle attività per bambini dovrà accadere solo dopo che verranno stilate regole chiare che tutti possano seguire”.

“Sarà importantissimo ripartire per una questione prettamente educativa - conclude Barra - I bambini e tutti gli adolescenti hanno vissuto un lungo periodo di desocializzazione, ma non hanno chiare le misure anti Covid, perché in casa non esistevano. Per questo i centri estivi avranno grande importanza. Noi abbiamo proseguito le nostre attività attraverso il web, grazie al lavoro dei nostri educatori che hanno sostenuto anche le famiglie piombate di colpo nell'universo della didattica a distanza”. (A cura di Elena Fiorani)